Corsi e ricorsi storici ?
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- Martedì, 11 Agosto 2015
Il 31 dicembre 1922 Benito Mussolini, capo del neonato governo, sciolse i due corpi (POLIZIA) (provocando reazioni violente di una certa gravità da parte delle truppe interessate,)[senza fonte] che furono poi assorbiti all'interno dell'Arma dei reali Carabinieri. Nell'ambito della stessa manovra, venne creata la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. Tra le molte ragioni che si sono prospettate per questa scelta, molti studiosi propendono per considerare più verosimile l'esigenza del nuovo presidente del consiglio di sottoporre a più facile controllo tutte le strutture dello Stato (ciò che sarebbe stato poi di maggior evidenza quando tutte le amministrazioni fasciste vennero organizzate in forma paramilitare): se la truppa dei due corpi di polizia era certamente militare, la parte alta della catena gerarchica era invece civile, perciò non sottoposta ai rigori delle regolamentazioni cui soggiacevano gli uomini in divisa, primo fra tutti appunto la ferrea concatenazione gerarchica. Con l'unificazione nei Carabinieri sarebbe stato più facile il controllo su tutta la Polizia attraverso il controllo della sola Arma, che Mussolini considerava alla sua portata. La costituzione delle camicie nere, sollecitata anche da Dino Grandi, rispondeva invece all'esigenza di inquadrare in forme legalmente accettabili (e anche contrabbandabili come grato "riconoscimento") le "truppe di fatto" degli squadristi. Ciò malgrado, la distinzione di un'apposita funzione di Polizia occorreva ancora al fascismo, potendosi però risolvere la questione con l'accentramento del comando presso il ministero dell'Interno, che avrebbe potuto disporre delle forze del ministero della guerra[4].
Le cariche di diretta emanazione governativa furono perciò mantenute al loro posto, con anzi qualche piccolo intervento che dimostrava un'attenzione costante. Con il regio decreto 11 novembre 1923, n. 2395, la figura del Direttore generale della pubblica sicurezza fu rinominata (senza altre sostanziali modificazioni) in "intendente generale della Polizia", subito ricorretta dal regio decreto 20 dicembre 1923, n. 2908, che la convertì all'ancora vigente denominazione di "capo della Polizia" attualmente chiamato anche "direttore generale della pubblica sicurezza". Nell'aprile del 1925 fu nuovamente costituito il Corpo degli agenti di pubblica sicurezza, che riprendeva se non altro la tradizione dei disciolti Corpi, in parte anche per riguadagnare il consenso presso le forze dell'ordine, molto abbassato dallo scioglimento precedente (che aveva collateralmente minato anche l'armonia interna fra i Carabinieri, nei quali erano stati indiscriminatamente versati gli ex-poliziotti) e dalla crescita del potere della MVSN, con la quale vi furono, durante il fascismo, numerose interferenze di competenze o di fatto. Alla ricostituzione del Corpo si giunse però anche perché i Carabinieri, di più antiche tradizioni, erano rimasti più fedeli alla corona. (fonte Wikipedia).