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Il "NO" dei Forestali: "Come Milizia abbiamo già dato nel famoso Ventennio" - di Luca Marco Comellini

Si fanno sempre più insistenti e preoccupanti le voci di una MILITARIZZAZIONE del Corpo forestale dello Stato che, con l'emanazione dei decreti attuativi della legge Madia approvata prima della pausa estiva, potrebbe confluire nell'Arma dei Carabinieri. Si sono dati appuntamento a Roma i sindacati Sapaf, Ugl - CfS, Fns - Cisl, Cgil - Fp, Uil - Pa e Dirfor per protestare contro questo accorpamento, che tra le tante assurdità priverebbe anche il personale del Corpo di ogni diritto assoggettandoli allo status militare – ergo, ridotti a minus habentes – , e rivendicare la propria specificità in una partecipata conferenza stampa a margine della quale Tiscali ha raccolto le loro dichiarazioni. “Vogliamo essere ricevuti dal premier Renzi e dal ministro Madia - ha esordito Marco Moroni, segretario generale del Sapaf – perché il Corpo forestale dello Stato non può essere militarizzato, accorpato e soppresso senza colpo ferire. Se non sarà possibile incontrare il presidente del Consiglio a Roma, andremo a Pontassieve. Siamo molto determinati e soprattutto, a nome di tutti i 7.000 forestali, non abbiamo nulla da perdere. In queste ore – spiega Moroni – si stanno svolgendo in tutta Italia affollate assemblee sindacali dove gli appartenenti al Corpo forestale partecipano con grande passione per capire che cosa ne sarà del proprio futuro. Siamo anche reduci da una due giorni di volantinaggio a Expo, assieme a Ugl - Cfs, Fns - Cisl, Cgil - Fp, Uil - Pa e Dirfor, dove abbiamo trovato la solidarietà di migliaia e migliaia di cittadini. Domani saremo in piazza Montecitorio come Sapaf per aderire alla manifestazione per il contratto di lavoro. Una cosa dev’essere chiara: il 98 per cento dei forestali, secondo il nostro sondaggio interno, ha ribadito il NO ALLA MILITARIZZAZIONE”.

Pompeo Mannone, Segretario generale della FNS-CISL ha definito l'ipotesi di accorpamento «in controtendenza con gli orientamenti dell’Unione europea ed in direzione opposta rispetto a quanto sancito dalle recenti sentenze della Corte di Giustizia Europea. Siamo convinti – spiega Mannone - che l’Italia abbia bisogno di un forte presidio di legalità sul territorio per contrastare e prevenire le agromafie ed ecomafie e giungere ad una maggiore coscienza ecologica. Il Corpo forestale dello Stato ha contribuito al processo di trasparenza e lotta ai disastri ecologici, si è schierata contro i comportamenti irrispettosi dell’ambiente perpetrati anche da multinazionali ed ora ne paga il prezzo, col sacrificio dei diritti di tutti i forestali». Attacca a testa bassa Danilo Scipio dell'UGL secondo il quale «Il progetto di riorganizzazione delle forze di polizia previsto dalla legge Madia serve esclusivamente a soddisfare la sindrome dell'annuncite del Presidente del Consiglio, visto che non innalza i livelli di sicurezza, non determina risparmi né razionalizzazioni; per rendere appieno l'idea, si consideri che la riorganizzazione colpirà soltanto il Corpo Forestale dello Stato, che verrà assorbito da altra forza di polizia, e quindi 7.000 unità sulle complessive 309mila dell'intero comparto» gli fa eco Massimiliano Violante, Coordinatore Nazionale della UILPA/CFS-DIRFOR ci tiene a precisare che «Come Milizia Forestale abbiamo già dato nel famoso Ventennio. Da allora i lavoratori del Corpo Forestale dello Stato hanno fatto un grande passo avanti in termini di diritti civili e non vorrei che, con una militarizzazione forzata, oggi ne facessero due indietro. Derive autoritarie e sconsiderate mi portano a preoccuparmi seriamente per la tenuta democratica del nostro Paese.». È preoccupata anche Francesca Fabrizi, coordinatrice nazionale della FP CGIL, che rivela a Tiscali che il «Vergognoso trattamento riservato durante il volantinaggio ad expo da parte dei carabinieri ai sindacalisti del corpo forestale dello stato». «Stavamo informando la cittadinanza - spiega a Tiscali Francesca Fabrizi – che il governo vuole accorparci nei carabinieri di fatto abbandonando il controllo ambientale in Italia e come appartenenti ad un corpo di polizia ci siamo premurati di informare la questura di Milano del volantinaggio. La digos è venuta e ha verificato che tutto si svolgesse senza problemi. Dopo di che – prosegue la delegata sindacale - si sono presentati i carabinieri che di fatto ci hanno schedato fotografando i documenti e registrando dati riservati come la sede di servizio, il sindacato e il ruolo sindacale. I carabinieri in divisa sono rimasti di fatto a piantonarci il primo giorno per tutta la durata del volantinaggio mentre il secondo si sono fatti sostituire da carabinieri in borghese. Come coordinatrice nazionale della FP CGIL Corpo forestale sono fortemente indignata di questo trattamento ricevuto da colleghi, quei colleghi che ci dovrebbero accorpare in una grande famiglia,così continuano a dirci nonostante nessun sindacato abbia avuto modo di confrontarsi sulle modalità di questo che per la delega parlamentare è ancora un eventuale accorpamento. Ad expo - conclude amaramente Fabrizi - abbiamo respirato aria da dittatura militare.». (fonte tiscali notizie)

 

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