GEAPRESS – Le accuse rivolte contro il presunto incendiario, divenuto oggetto di misura cautelare di arresto domiciliare, si sono basate sull’esame del DNA rilevato sugli ordigni incendiari. Una intensa e complessa attività investigativa, riferisce il Comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato, condotta con l’ausilio del NIPAF e del Comando Stazione di Priverno, ha ora portato alla clamorosa svolta. Sarebbero infatti le tracce biologiche rimaste nel nastro adesivo utilizzato per la preparazione dell’ordigno, ad avere portato alla nuova denuncia e ad un possibile collegamento con fatti pregressi . La persona così individuata è stata accusata del reato di incendio boschivo doloso è per questo divenuta oggetto di provvedimento cautelare disposto dal G.I.P. del Tribunale di Latina. I fatti risalgono alla scorsa estate, in particolare nei mesi di luglio e agosto. Due incendi sviluppati in località Le Rose nel comune di Maenza (LT). Il PM titolare, Dr. Valerio De Luca, della Procura della Repubblica di Latina ha coordinato le indagini protratte per diversi mesi; ben oltre, sottolinea il Corpo Forestale dello Stato, dalla fine della campagna AIB 2013.
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