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Corpo Forestale: una partita che mette a rischio ambiente e legalità
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- Lunedì, 03 Agosto 2015
Torna in Senato il ddl Madia sulla Pubblica Amministrazione che contiene tra l'altro la delega del Parlamento al governo sulla sorte del Corpo Forestale dello Stato. Torna al Senato dalla Camera, con ipotesi di scioglimento e militarizzazione! La decisione di Renzi di passare da 5 a 4 forze di polizia "sacrificando" proprio il corpo forestale dello Stato non è stata scalfita, come suo costume, dall'animato dibattito apertosi nel paese. Non è stata incrinata dalle numerose manifestazioni di dissenso, non si è aperta a nessuna proposta alternativa finora avanzata. Poco importa se l'ipotesi prospettata si configuri come un regalo alle ecomafie e a quanti preferiscono operare indisturbati nelle gestione illegale di discariche, rifiuti e aziende. La riduzione delle forze di polizia nasce da un esigenza condivisa di razionalizzazione della spesa pubblica e della ridefinizione delle funzioni di ogni comparto. Ma il primo paradosso che rileviamo è proprio che il risparmio ipotizzato rischia, verosimilmente, di essere annullato proprio dai maggiori costi della riorganizzazione, nonché dai mancati introiti del Corpo Forestale per ogni anno. La scelta di sopprimere il Corpo Forestale è operazione lunga e complicata, piena di ostacoli e di pressioni da ogni parte. Circa 8.000 dipendenti piomberanno nell'incertezza sul loro destino. Saranno assorbiti in modo unitario? Cosa alquanto improbabile ipotizzando da più parti un passaggio da un corpo civile ad un corpo militare.
Oppure ci saranno ripartizioni di funzioni, di personale e strutture tra le altre forze dell'ordine ed altri enti? È l'altra ipotesi molto probabile. Il testo che il Senato dovrà esaminare arriva, a nostro avviso, peggiorato dopo il passaggio alla Camera. Se anche questa volta il governo impedirà al Senato di fare il suo lavoro e incidere sul testo, la scelta resterà nelle mani del governo stesso. Le conseguenze del prevalere di un ipotesi sull'altra sono molto importanti. Nella prima ipotesi, ovvero l'assorbimento del personale CFS in modo unitario ci potremmo forse ancora augurare il mantenimento delle competenze e delle specificità. Ma come, nei fatti, potrà accadere? Il passaggio ad un corpo militare potrebbe generare l'autonoma e legittima scelta di ogni uno di mettersi a disposizione di altro ente o altra amministrazione dello Stato (pur di non cambiare il proprio status giuridico da civile a militare). Un'erosione che una fonte autorevole ha già ipotizzato si possa valutare intorno ad un 75% dell'attuale organico. Un fatto è certo: la destinazione del Corpo Forestale dello Stato è una partita estremamente delicata, inciderà sul destino ambientale del nostro paese in termini di tutela e controllo dei nostri territori e del nostro agroalimentare. La volontà, pur condivisa, di eliminare ogni possibile sovrapposizione e razionalizzazione della spesa, non può in nessun caso comportare la perdita di un patrimonio cosi importante, in termini di competenze e conoscenze specialistiche ed unitarie accumulate, in due secoli di storia dal Corpo forestale dello Stato. (fonte www.beppegrillo.it)