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LETTERA APERTA AGLI ASSOCIATI UGL
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- Martedì, 30 Giugno 2015
Care amiche, cari amici,
lo scorso 15 giugno, secondo le indicazioni e la delibera del Consiglio della Federazione Nazionale UGL Corpo Forestale dello Stato, si è celebrato il congresso straordinario.
Un congresso molto partecipato, che ha visto la presenza della quasi totalità dei delegati provenienti da ogni parte d’Italia, scelti ed eletti da voi per farvi rappresentare, per far sentire la vostra voce, per condividere scelte importanti e difficili.
Lo scorso anno tutti i quotidiani nazionali hanno riportato a più riprese le vicende giudiziarie che hanno travolto la Confederazione a causa dell’allora segretario generale, che ritenne opportuno dare le dimissioni; non tutti conoscete, invece, il travagliato percorso legato alla elezione del suo successore.
In quella fase particolare, il Coordinamento Sicurezza UGL – del quale ero il responsabile – si fece promotore di una campagna interna di sensibilizzazione affinché anche le altre Federazioni e tutte le Unioni territoriali e regionali, comprendendo la gravità della vicenda, intraprendessero un percorso innovatore, basato sulla trasparenza e sulla democrazia, per sottrarre il Sindacato dalle grinfie della politica e rimetterlo nelle mani dei Lavoratori.
Creammo un fronte molto vasto, che si identificò nella mozione congressuale denominata “Ripartire dal territorio” - quindi dalla base - ma purtroppo non unanime. Andammo quindi alle elezioni spaccati in due gruppi pressoché equivalenti nel numero dei Consiglieri.
Nonostante l’evidente contrapposizione fu comunque individuato ed eletto il “traghettatore” che avrebbe dovuto portare la UGL al Congresso, previsto per gennaio 2015. Ma i due mesi successivi – tanto durò il mandato di quel Segretario Generale – furono sufficienti a far comprendere come l’interesse dell’altro schieramento era solo quello di cercare di rompere il nostro fronte, con azioni ritorsive a danno dei singoli. Ma nessuno arretrò di un solo millimetro.
Nel corso del burrascoso Consiglio Nazionale di ottobre 2014, grazie ad una ignobile quanto illegittima procedura di votazione, venne proclamato segretario generale il Sig. Francesco Paolo Capone, il quale, fino alla pronuncia del tribunale di Roma – che ha sospeso la sua elezione – non fece altro che accentuare le azioni ritorsive nei confronti di noi dissidenti: scioglimento del Coordinamento Sicurezza, decadenze dalla carica di Consigliere Nazionale, sospensioni, espulsioni, commissariamenti di Federazioni ed Unioni.
Con il Consiglio di febbraio, con le medesime modalità fraudolente, è stata replicata l’elezione del Capone, che ancora oggi, purtroppo, spende la qualità di segretario generale essenzialmente per la lotta intestina. Ovviamente abbiamo impugnato anche quella seconda elezione, tra l’altro avvenuta senza ben 80 consiglieri di “Ripartire dal territorio” illegittimamente dichiarati decaduti, ed a brevissimo avremo la pronuncia sul cautelare.
Ho intrapreso questa battaglia di democrazia, trasparenza e legalità – denunciando alla Procura della Repubblica condotte illecite ed un paio di aggressioni fisiche (tra cui quella di un parlamentare in declino) ben conscio delle possibili conseguenze. Ero dunque preparato alla sospensione, al commissariamento e pure all’espulsione!
Ma avevo comunque l’obbligo di mettere al riparo la nostra Federazione dagli sciacalli di Botteghe Oscure, affamati di soldi e distacchi sindacali (hanno scritto decine di lettere al CFS tutte incentrate sulle quote), senza perdere le prerogative sindacali faticosamente conquistate negli anni a suon di consenso, quello vero, quello certificato.
E così il Congresso, organo sovrano in ogni associazione democratica, alla presenza di un Notaio, ha deliberato, all’unanimità, il recesso dalla Confederazione, il cambio di statuto, denominazione e logo, delegando la Segreteria Nazionale a sottoscrivere, qualora ne ricorrano le condizioni, un patto affiliativo con l’UGL o con altra Confederazione che riconosca la piena autonomia politica ed organizzativa. Non vogliamo, in sostanza, che a parlare di Forestale e per i Forestali, sia un vigile del fuoco o un poliziotto penitenziario, come accade oggi in altre confederazioni.
Ma non escludo a priori un ritorno all’interno della Confederazione, soprattutto dopo che saremo riusciti a ripulirla, perché sapete tutti quanto ritengo importante il valore aggiunto della confederalità. Se sarà “l’UGL liberata” o un soggetto nuovo costituito da tutte le federazioni dissidenti sarà solo il tempo a dirlo.
Qualcuno che non ha potuto partecipare ai congressi intermedi mi ha chiesto che cosa è cambiato e cosa cambierà ancora.
È cambiato pochissimo a livello organizzativo, perché la nostra struttura sindacale è rimasta la stessa; faremo semplicemente a meno dei servizi offerti dagli Enti di diretta emanazione.
Non cambierà nulla nei rapporti con l’Amministrazione e con la politica, perché la fiducia, il rispetto e la stima che abbiamo conquistato in questi anni di attività sindacale sono frutto solo ed esclusivamente del lavoro della nostra squadra; i nostri interlocutori hanno imparato a conoscere me e gli Amici che mi hanno affiancato in tutti questi anni, a loro poco importa se la Federazione si chiama Unione Generale del Lavoro oppure Unione Generale Lavoratori: la differenza la fa chi la rappresenta!
È cambiato moltissimo dal punto di vista della democrazia, perché d’ora in poi il segretario dei Forestali potrà essere giudicato per quello che fa e poi cacciato solo dai Forestali, gli unici ai quali deve dare risposte.
Qualcuno potrebbe chiedersi qual è lo scopo di questa lettera.
Non sono in cerca del vostro consenso, perché l’ho già avuto con la mia rielezione all’unanimità, né sto giustificando la strada che abbiamo deciso di intraprendere, perché l’unico faro guida che abbiamo seguito è il bene dell’Organizzazione e degli associati; sto solo cercando di condividere un percorso, sicuramente ambizioso e complesso, che ci consentirà di tutelare ancora meglio tutti i lavoratori e le lavoratrici. Vorrei far comprendere, una volta per tutte e checché ne dica la concorrenza, che da questo percorso la nostra Associazione ne uscirà rafforzata.
Per cui: schiena dritta e avanti tutta, perché ci sono battaglie importanti da portare avanti.
E la madre di tutte le battaglie è quella sul futuro del Corpo. Siamo stati i primi a lanciare l’allarme sull’ipotesi Carabinieri e siamo stati tacciati di essere terroristi psicologici, mentre invece eravamo forse solo più informati di altri …
L’ipotesi del transito nei Carabinieri, da scongiurare assolutamente, non deve farci perdere di vista l’obiettivo primario: trasformare il CFS in una vera polizia ambientale ed agroalimentare autonoma ed efficiente, condizioni che non possono essere soddisfatte, se non in minima parte, all’interno della Polizia di Stato.
Non fatevi quindi condizionare da scenari apocalittici, perché fanno solo il gioco di chi vuole farvi accettare e convergere sul male minore (la P.S.); ci sono invece ancora i margini per trattare e lottare per il nostro futuro. Tutti insieme!
Ad majora!