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Corpo forestale, Sindacati: Martina si dimetta
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- Sabato, 30 Gennaio 2016
(AGENPARL) – Roma, 30 gen 2016 – “Abbiamo letto sulle colonne dell’edizione di ieri del Corriere di Arezzo il punto di vista del Procuratore Roberto Rossi, sui rapporti di collaborazione tra CFS e Procura di Arezzo e ci corre l’obbligo di precisare alcuni aspetti”. E’ quanto si legge in una nota a firma dei Segretari Generali del SAPAF Marco Moroni, dell’UGL CFS Danilo Scipio, del SNF Andrea Laganà, della CGIL CFS Francesca Fabrizi, del DIRFOR Maurizio Cattoi. “La normale collaborazione tra Procura di Arezzo e Corpo Forestale dello Stato è vero che risale al 2010, ma all’epoca non era stata ancora istituita la sezione di polizia giudiziaria del CFS e quindi l’impiego di personale in Procura era ampiamente giustificato”. “Quel tipo di collaborazione era talmente normale che all’epoca non ci fu bisogno di sottoscrivere alcun protocollo d’intesa formale, come invece è stato fatto recentemente tra il Procuratore Rossi ed il Capo della Forestale Cesare Patrone per giustificare l’impiego di uomini e mezzi aggiuntivi rispetto a quelli previsti nella sezione di polizia giudiziaria già a disposizione del magistrato”. “Tra l’altro questo surplus evidentemente è stato pure giudicato insufficiente a smaltire i fascicoli arretrati visto che il CFS, su richiesta del Procuratore Rossi, ha ritenuto di mettere a disposizione della Procura ulteriori unità provenienti dalle stazioni della Provincia di Arezzo.
Tale ulteriore disponibilità di personale, che va ad aggiungersi alle unità del gruppo di lavoro che non ha eguali in nessun altra Procura d’Italia, rappresentano assolutamente un unicum e quindi una situazione di favore, dal momento che la carenza di personale nei tribunali è generalizzata”. “Se la Sezione non è in grado di assolvere ai suoi compiti è evidente che la causa è da ricercarsi all’interno del Mipaaf, in quanto sembra che il Ministro Martina richieda costantemente la presenza a Roma del fidato vice ispettore citato nell’articolo, distogliendolo così dai precipui compiti di responsabile dell’aliquota CFS presso la sezione di polizia giudiziaria del Tribunale di Arezzo”. “Il Ministro Martina, reso edotto della situazione di favore nei confronti della Procura aretina da prima che scoppiasse la questione della presunta incompatibilità , deve prendere atto che i frequenti viaggi a Roma del Vice ispettore per le presunte consulenze, oltre a rappresentare un notevole danno all’erario per costi di missione, arrecano grave pregiudizio all’attività della Procura ed a quella istituzionale delle stazioni forestali e quindi, anche per questo motivo, deve dimettersi”.
Forestale, ad Arezzo situazione di favore CFS - ProcuraRoma, 30 gen. (AdnKronos) - "Abbiamo letto il punto di vista del procuratore Roberto Rossi sui rapporti di collaborazione tra Corpo forestale e procura di Arezzo e ci corre l'obbligo di precisare alcuni aspetti. La collaborazione risale al 2010, ma all'epoca non era stata ancora istituita la sezione di polizia giudiziaria del Cfs e quindi l'impiego di personale in procura era ampiamente giustificato". E' quanto si legge in una nota a firma dei segretari generali del Sapaf Marco Moroni, dell'Ugl Cfs Danilo Scipio, del Snf Andrea Laganà, della Cgil Cfs Francesca Fabrizi, del Dirfor Maurizio Cattoi. "Quel tipo di collaborazione era talmente normale - spiegano i sindacati - che all'epoca non ci fu bisogno di sottoscrivere alcun protocollo d'intesa formale, come invece è stato fatto recentemente tra il procuratore Rossi ed il capo della forestale Cesare Patrone per giustificare l'impiego di uomini e mezzi aggiuntivi rispetto a quelli previsti nella sezione di polizia giudiziaria già a disposizione del magistrato". "Tra l'altro - prosegue la nota congiunta - questo surplus evidentemente è stato pure giudicato insufficiente a smaltire i fascicoli arretrati visto che il Corpo forestale, su richiesta di Rossi, ha ritenuto di mettere a disposizione della procura ulteriori unità provenienti dalle stazioni della Provincia di Arezzo. Tale ulteriore disponibilità di personale, che va ad aggiungersi alle unità del gruppo di lavoro che non ha eguali in nessun altra Procura d'Italia, rappresenta assolutamente un unicum e quindi una situazione di favore, dal momento che la carenza di personale nei tribunali è generalizzata".