Arezzo, 14 mar - Si è svolto presso la Sala Consiliare del Comune di Arezzo l’incontro stampa per presentare l’iniziativa volta a salvaguardare l’unitarietà del Corpo forestale dello Stato. All’evento hanno preso parte, tra gli altri, l’on. Marco Donati (PD), Roberto Rossi, Procuratore Capo della Repubblica di Arezzo, Stefano Gasperini, Sindaco di Arezzo e Claudio D’Amico, Comandante Provinciale del Corpo forestale dello Stato. La ventilata ipotesi di soppressione del Corpo forestale dello Stato non ha incontrato il favore dei sindaci dei Comuni della Provincia di Arezzo, che hanno firmato un appello per mantenere il presidio territoriale dei Comandi Stazioni della Forestale a rischio chiusura. I provvedimenti in itinere di riorganizzazione dell’Amministrazioni Pubblica, tra i quali è inserito anche il Corpo forestale dello Stato, dovrebbero salvaguardare le funzioni e le specificità del Corpo, tenuto conto che in moltissimi casi la presenza dello Stato in alcune aree, specie nelle zone montane e marginali, è garantita principalmente proprio dalla Forestale. I primi cittadini sono preoccupati del fatto che, nel nome di una presunta riduzione della spesa pubblica conseguente all’accorpamento, la cui quantificazione peraltro non è stata ancora ufficialmente stabilita, vengano a mancare i controlli e le attività di salvaguardia ambientale espletati dalla Forestale. Tutti i presenti hanno espresso grande apprezzamento per l’opera svolta dalla Forestale e, in particolare, l’On. Donati ha assicurato il proprio impegno a favore del Corpo forestale dello Stato.
"Il bilancio del Corpo Forestale ammonta a poco meno di 500 milioni di euro annui, 450 dei quali sono destinati alle spese per il personale".
ITALPRESS ROMA (ITALPRESS) - "Va bene la razionalizzazione, la cooperazione tra le forze di polizia, va benissimo evitare sovrapposizioni di competenze, ma attenzione a tagliare indiscriminatamente: il rischio e' quello di regalare l'ambiente alle agromafie". A parlare e' Danilo Scipio, responsabile del Coordinamento Sicurezza UGL, analizzando il disegno di legge presentato dal Governo che prevede fra l'altro l'ipotesi di assorbire il Corpo Forestale dello Stato in un altro ente, vale a dire nella Polizia". "Dati alla mano, facendo due conti sui costi e i benefici della riforma, si scopre cosi' che il bilancio del Corpo Forestale ammonta a poco meno di 500 milioni di euro annui, 450 dei quali sono destinati alle spese per il personale; circa 20 milioni vengono utilizzati per il pagamento dei mutui degli elicotteri. Gli ulteriori 20 milioni sono i costi dell'attivita' operativa ed istituzionale", sottolinea il sindacato. "Se la matematica non e' un'opinione - spiega Scipio - se si perseverasse nell'intento scellerato di accorpare il CFS in un'altra forza di polizia, e se anche tutto il personale fosse segregato dietro una scrivania, il risparmio sarebbe rappresentato solo dai 20 milioni di euro spesi per le operazioni, vale a dire la tutela del territorio. Meglio sarebbe a questo punto una redistribuzione territoriale delle forze a competenza generale, che insieme a un miglior coordinamento e magari dotando le centrali operative di un numero unico di pronto intervento, sicuramente porterebbe a un'ottimizzazione delle risorse".
Luigi Di Maio (vice presidente della Camera) contro la soppressione del Corpo Forestale dello Stato.
Cari firmatari e care firmatarie,
questa petizione nasce apartitica ma voglio ringraziare il vice presidente della Camera, Luigi Di Maio, che giovedì scorso, durante la trasmissione Servizio Pubblico, ha elogiato l'operato del Corpo Forestale dello Stato e criticato il disegno di legge di Renzi e Madia che anche noi contrastiamo con questa petizione. Spero che altri politici importanti dichiarino pubblicamente il loro dissenso alla soppressione del CFS. Saremo pronti a ringraziarli su questo spazio. Segnalateci gli interventi dei politici nazionali all'indirizzo ufficiale della petizione Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
Ai media è sfuggito che il 4 novembre 2014 il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti e il sostituto procuratore Roberto Pennisi si sono recati in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. Nel post di mercoledì 21 gennaio ho dato spazio alle convinzioni di Pennisi sul vero, presunto o falso affondamento delle navi dei veleni a largo delle coste calabresi da parte della ‘ndrangheta. Il 22 gennaio ho trattato della drammatica ricostruzione della criminalità di natura ambientale e del ruolo di Cosa nostra e ‘ndrangheta che si inseriscono nel ciclo legale del trattamento dei rifiuti. Accade ovunque, anche in Piemonte e Lombardia, dove la ‘ndrangheta regna. Il 23 gennaio ho proseguito sulla falsariga con specifico riferimento alla provincia di Brescia perché, proprio ad essa, Pennisi riserva non poche riflessioni e non poche stoccate. Poi abbiamo cambiato registro e siamo passati a vedere il pensiero di Roberti sulla separazione delle carriere tra polizia giudiziaria e transito nei servizi segreti per non correre il rischio di minare la credibilità delle indagini. Oggi proseguiamo sulla falsariga in riferimento alla paventata possibilità di soppressione del Corpo forestale dello Stato. Sollecitato dai commissari ecco la risposta del capo della Procura nazionale antimafia: «Noi siamo contrarissimi, se non si è capito, lo ribadisco, alla soppressione del Corpo forestale dello Stato, per le ragioni che ha detto Pennisi e perché sarebbe come togliere all’autorità giudiziaria l’unico organismo investigativo in materia ambientale che disponga delle conoscenze, delle esperienze, del know-how e anche dei mezzi per poter smascherare i crimini ambientali. Si potrebbe osservare che non lo sopprimiamo, ma lo accorpiamo e lo facciamo assorbire dalla Polizia di Stato. Noi paventiamo che questo eventuale assorbimento, che forse risponde a esigenze di finanza, di spending review, non lo so, potrebbe rischiare di stemperare di molto il patrimonio di conoscenze e di esperienze e, quindi, la capacità investigativa di questo Corpo, che noi sosteniamo e che è il più diretto e stretto collaboratore nostro, come procura nazionale, e delle procure distrettuali».
LA "MARCIA DEI 40.000" - 8 feb 2015 - Cari firmatari e firmatarie, vi comunico che abbiamo da poco raggiunto le 40.000 firme. Una cifra che fa venire in mente una storica marcia avvenuta a Torino nel 1980. Era la famosa "Marcia dei 40.000 quadri FIAT". Ma, il confronto tra le due mobilitazioni, (la nostra e quella del 1980) è solo numerico poiché qui di quadri (dirigenti) della Forestale che si stanno mobilitando, purtroppo, ne vedo ben pochi. Il loro sindacato (DIRFOR) non ha aderito alla nostra petizione né tanto meno si è mai speso a livello sindacale e politico per scongiurare la paventata soppressione del CFS ...in fin dei conti questo Corpo è anche il loro!!! Quando ho lanciato questa petizione non pensavo di raggiungere una cifra così importante. Non ho nessuna organizzazione alle mie spalle e questa cifra si è raggiunta col passaparola alimentato vieppiù dalle tante associazioni, enti, sindacati, blog e personalità pubbliche che hanno aderito e che ringrazio. Continuiamo così allora. Semmai ci sarà bisogno siamo pronti a scendere in piazza per una grande manifestazione nazionale che possa coinvolgere tutte le associazioni, sindacati, personalità e tutti coloro che fin qui ci stanno sostenendo. Per tutte le proposte, suggerimenti ed informazioni inviate una mail all'indirizzo ufficiale della Campagna #SalviamolaForestale, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Grazie di cuore - Raffaele.
Il Corpo Forestale dello Stato aumenta nel gradimento della popolazione italiana. Il dato, estrapolato dal rapporto Eurispes 2015 si attesta al 64,6% dei consensi (era 62,6 nel 2014). Il Paese di contro percepisce con preoccupazione la ventilata possibilità di far confluire il Corpo forestale dello Stato all'interno della Polizia di Stato, nella prospettiva di una razionalizzazione e riduzione dei costi. “Noi abbiamo la sensazione – si legge nella sintesi del rapporto Eurispes - che le ipotesi allo studio possano essere il frutto di una visione miope e ragioneristica. Rinunciare all'organizzata presenza sul territorio e alla radicata esperienza del Corpo Forestale nella difesa dell'ambiente e delle produzioni agroalimentari, sarebbe un errore gravissimo che non porterebbe alcun vantaggio a nessuno degli attori in campo e neppure alla collettività. Si dirà che l'accorpamento non metterà in discussione l'attività del Corpo che potrà proseguire in forme diverse all'interno di un contesto organizzativo più ampio; ma già quest'apparente semplificazione contiene in sé numerosi elementi di complicazione. Infatti, non è detto che la maggiore dimensione produca anche maggior qualità. E neppure sono certi i risparmi se si considera che la maggior parte della spesa è assorbita dai costi del personale che, di certo, non potrà essere dismesso. Di contro, in considerazione del fatto che l'Italia esprime un modello di sviluppo per il quale il comparto agro-alimentare e ambientale rappresenta un sicuro volàno di sviluppo economico, sarebbe molto più proficuo accorpare tutte le strutture che si occupano di ambiente, agricoltura e alimentazione: il Corpo forestale dello Stato, il Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, i Corpi forestali regionali e provinciali delle Regioni e Province a statuto autonomo, le Polizie provinciali, le Direzioni dei parchi, insieme in un'unica struttura specializzata e culturalmente attrezzata con competenze specifiche nel settore: azione che consentirebbe di perseguire, nelle linee del Governo, notevoli risparmi, in una attività di riqualificazione delle politiche del territorio a difesa degli asset che tutti, in Italia e all'estero, considerano strategici per il nostro Paese. E sui quali abbiamo dato vita allo stesso Expo."
(AGENPARL - ASKA NEWS) – Roma, 22 gen – “Il progetto di riorganizzazione delle forze di polizia predisposto dal Governo avrà solo impatti negativi sull’operatività della Polizia di Stato”. A dichiararlo Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’UGL Polizia di Stato. “I tagli lineari delle risorse, che hanno raggiunto quota 6 miliardi di euro, unitamente al blocco del turn over, che tra l’altro ha determinato un preoccupante innalzamento dell’età media dei poliziotti e una pericolosa carenza di organico di circa 22mila unità – spiega il Sindacalista – hanno già messo a dura prova l’intero sistema sicurezza, che regge ormai solo grazie alla professionalità acquisita sul campo ed allo spirito di abnegazione del personale”. “L’intensificarsi delle minacce terroristiche, purtroppo supportate dai tristemente noti fatti di Parigi, rendono ancora più complicato il lavoro delle Forze dell’Ordine, che si trovano già ad operare in un contesto socio-politico fatto di conflittualità interne e momenti di tensione, causati in larga parte dalla lunga crisi economica. Sarebbe quindi pura follia – continua Mazzetti – gravare la Polizia di Stato di ulteriori competenze, come quelle sull’ambiente e l’agroalimentare, che già esercitano nel migliore dei modi le Donne e gli Uomini del Corpo Forestale dello Stato. Si pensi invece di accorpare Polizia e Carabinieri, che svolgono le medesime funzioni di polizia a competenza generale”. “Invece di dare alla Polizia di Stato nuove ed inopportune competenze e solo la metà dell’organico necessario per farvi fronte, il Presidente del Consiglio ed il Ministro Alfano, seguendo l’esempio del Governo Francese, trovino le risorse necessarie per alzare veramente e non solo a parole, il livello della sicurezza nel nostro Paese” – conclude Mazzetti.
Scipio Ugl:" l'unica forza di polizia che si dedica alla tutela della natura e delle produzioni agroalimentari"
"Le modifiche apportate dal relatore al disegno di legge di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, sono insufficienti a garantire la piena autonomia e la salvaguardia della professionalità acquisita dal personale del Corpo Forestale dello Stato nell'attività di contrasto ai crimini ambientali ed agroalimentari". Lo dichiara Danilo Scipio, responsabile del Coordinamento Sicurezza UGL. "Non saranno certo un paio di paroline inserite nella legge delega a sanare lo scempio che il Governo si appresta a compiere distruggendo l'unica forza di polizia che si dedica alla tutela della natura e delle produzioni agroalimentari – spiega il sindacalista – perché l'organizzazione della Polizia di Stato è talmente complessa ed articolata da imporre che il personale di tutte le specializzazioni debba comunque concorrere nell'assolvimento del compito prioritario dell'ordine pubblico".
(AGENPARL) - “Le modifiche apportate dal relatore al disegno di legge di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, sono insufficienti a garantire la piena autonomia e la salvaguardia della professionalità acquisita dal personale del Corpo Forestale dello Stato nell’attività di contrasto ai crimini ambientali ed agroalimentari”. Lo dichiara Danilo Scipio, responsabile del Coordinamento Sicurezza UGL. “Non saranno certo un paio di paroline inserite nella legge delega a sanare lo scempio che il Governo si appresta a compiere distruggendo l’unica forza di polizia che si dedica alla tutela della natura e delle produzioni agroalimentari, spiega il sindacalista, perché l’organizzazione della Polizia di Stato è talmente complessa ed articolata da imporre che il personale di tutte le specializzazioni debba comunque concorrere nell’assolvimento del compito prioritario dell’ordine pubblico”.
Ieri, in Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica, nel corso dell’esame del DDL 1577 (riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche), il Relatore del provvedimento ha depositato un ulteriore emendamento volto alla modifica dell’articolo 7 che riguarda anche il CFS. Di seguito il testo dell’articolato:
"Renzi vuole eliminare l'unica forza di Polizia che si occupa di reati ambientali". Danilo Scipio, segretario Ugl Forestale, ad Affari Italiani: "Non si risparmia nulla, è solo uno spot. Arma e Polizia fanno le stesse cose, si taglì lì".
La copertina sull’Espresso di questa settimana è solo l’ultimo avviso di sfratto alle forze dell’ordine italiane: si va verso una polizia europea, l’Eurogendfor e i passaggi intermedi prevedono alcuni accorpamenti e diverse chiusure. Ecco il piano segreto del Governo. Dopo la smilitarizzazione della Ps, ad opera di Francesco Cossiga nel 1981, un altro duro colpo per le forze dell’ordine nostrane. Questa volta è il Governo Renzi a voler attuare una rivoluzione che non promette niente di buono: dai 5 corpi di polizia attuali si vuole scendere a 2, accorpando Forestale e Penitenziaria con la Polizia e la Finanza con i Carabinieri. Tutto questo nel Paese con uno dei tassi di corruzione più alti al mondo, nell’unico Paese che ha 4 mafie – Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra e Sacra Corona Unita – nel Paese dove l’evasione fiscale è alle stelle, dove l’immigrazione clandestina non è regolarizzata e dove ognuno fa un pò quel che gli pare. Una riforma del genere potrebbe andar bene in Svezia o in qualsiasi altro stato del nord Europa ma in Italia rischia di creare maggiori sconquassi di quanti non ce ne siano già ora. Il responsabile sicurezza del Partito Democratico, il renziano Emanuele Fiano, si è lasciato scappare che “si è fatto un ragionamento complessivo sul modello di sicurezza”, durante una riunione della segreteria del primo partito di governo, presieduta proprio dal Premier in carica, Matteo Renzi. La decisione politica, oramai presa, verrà seguita dal solito iter parlamentare: non sappiamo con certezza quanto tempo ci vorrà per distruggere le forze dell’ordine italiane ma certamente il progetto è in fase piuttosto avanzata, come dimostra l’esempio della Forestale. Questa gloriosa forza di polizia - istituita nel 1822 e che consta di 7mila uomini e donne che proteggono il territorio italiano – sarà la prima ad essere chiusa e accorpata alla Polizia di Stato, quasi sicuramente entro fine 2015. I sindacati sono sul piede di guerra, come dimostra la dichiarazione del segretario nazionale dell’Ugl Corpo Forestale dello Stato, Danilo Scipio: “Il dibattito sulla riorganizzazione del sistema sicurezza e, in particolare, su un eventuale accorpamento del Corpo Forestale dello Stato ad altre Forze di Polizia, necessita di informazioni precise e dati esatti, altrimenti si rischia di confondere sia i cittadini sia le stesse Istituzioni sul reale valore dell’unica polizia veramente specializzata nella repressione dei reati ambientali oggi esistente nel nostro Paese”.
(AGENPARL) – Roma, 16 dic – “Abbiamo evidenziato al Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina la confusione totale che regna a Palazzo Chigi sul ricollocamento del personale delle Polizie Provinciali e sul futuro del Corpo Forestale dello Stato invocando sull’argomento maggiore chiarezza”. Lo dichiara Danilo Scipio, responsabile del Coordinamento Sicurezza UGL a margine dell’incontro odierno. “Le ripetute azioni contraddittorie dell’esecutivo – spiega in una nota il sindacalista – rendono persino difficoltoso individuare un interlocutore serio ed affidabile, considerando anche che l’impegno formale assunto dal Presidente Renzi di aprire un tavolo di confronto per la riforma dell’intero sistema sicurezza ancora non è stato onorato”. “Ringrazio il Ministro Martina – conclude il sindacalista – per aver confermato la massima determinazione nel portare avanti un’azione politica forte per il potenziamento del Corpo Forestale dello Stato, pur nelle difficoltà di un dibattito politico e governativo ancora aperto ad ogni scenario”.
È ormai evidente la confusione totale che regna a palazzo chigi sul ricollocamento del personale delle polizie provinciali. Lo dichiara Danilo Scipio, responsabile del coordinamento sicurezza Ugl, organo che riunisce i lavoratori di Polizia di Stato, Corpo Forestale dello Stato, Polizia Penitenziaria e Vigili del Fuoco. A margine dell’ultimo consiglio dei ministri - spiega il sindacalista - molti esponenti dell'esecutivo avevano fornito ampie rassicurazioni sul loro passaggio nel corpo forestale dello stato, mentre un emendamento presentato dal governo alla legge di stabilità sembra precludere questa possibilità. Torniamo a chiedere al Presidente Matteo Renzi chiarezza completa sulla questione polizia ambientale, visto che avrà risvolti significativi per il futuro lavorativo di migliaia di operatori del settore, oltre che per la tutela dell'ambiente. Rammento al premier - conclude Scipio - di aver assunto l'impegno formale, ancora non onorato, di aprire un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali del settore per la riforma dell'intero sistema sicurezza.
Pubblichiamo in allegato un interessante articolo a firma del Presidente LIPU-Birdlife Italia, Fulvio Mamone Capria. Buona lettura ....
Su questo sito usiamo i cookies. Proseguendo nella navigazione si presta implicitamente il consenso al loro utilizzo.