Il 31 dicembre 1922 Benito Mussolini, capo del neonato governo, sciolse i due corpi (POLIZIA) (provocando reazioni violente di una certa gravità da parte delle truppe interessate,)[senza fonte] che furono poi assorbiti all'interno dell'Arma dei reali Carabinieri. Nell'ambito della stessa manovra, venne creata la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. Tra le molte ragioni che si sono prospettate per questa scelta, molti studiosi propendono per considerare più verosimile l'esigenza del nuovo presidente del consiglio di sottoporre a più facile controllo tutte le strutture dello Stato (ciò che sarebbe stato poi di maggior evidenza quando tutte le amministrazioni fasciste vennero organizzate in forma paramilitare): se la truppa dei due corpi di polizia era certamente militare, la parte alta della catena gerarchica era invece civile, perciò non sottoposta ai rigori delle regolamentazioni cui soggiacevano gli uomini in divisa, primo fra tutti appunto la ferrea concatenazione gerarchica. Con l'unificazione nei Carabinieri sarebbe stato più facile il controllo su tutta la Polizia attraverso il controllo della sola Arma, che Mussolini considerava alla sua portata. La costituzione delle camicie nere, sollecitata anche da Dino Grandi, rispondeva invece all'esigenza di inquadrare in forme legalmente accettabili (e anche contrabbandabili come grato "riconoscimento") le "truppe di fatto" degli squadristi. Ciò malgrado, la distinzione di un'apposita funzione di Polizia occorreva ancora al fascismo, potendosi però risolvere la questione con l'accentramento del comando presso il ministero dell'Interno, che avrebbe potuto disporre delle forze del ministero della guerra[4].
E con il premier hanno evitato le stellette i ministri Alfano, Orlando, Poletti e Lupi. Con l'esecutivo pronto alla guerra, ilfattoquotidiano.it ha fatto una veloce inchiesta. Scoprendo che su 44 uomini presenti nell'esecutivo solo 14 hanno indossato la divisa. Molti hanno scelto il servizio civile. Per gli altri, una pioggia di impedimenti, dai figli a carico alla salute precaria. (articolo pubblicato sull'edizione di marzo de ilfattoquotidiano.it)
L'allarme dell'ex ministro: i reati ambientali si moltiplicheranno.
Roma - Michela Vittoria Brambilla, onorevole e presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, addio al Corpo forestale dello Stato? «Non so se Renzi ci fa o ci è. La delega che consente l'assorbimento del Corpo forestale dello Stato non è una riforma ma una controriforma che fa arretrare la cultura e la civiltà del Paese». Ma la legge è legge. Che fare ora? «Come Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente chiediamo al governo di non esercitare la delega. Comunque non nel senso di un assorbimento del Corpo, definito “eventuale” dalla legge stessa, ma di una razionalizzazione e revisione organizzativa». Che cosa si rischia adesso? «Lo sfascio del sistema di vigilanza ambientale, e venatoria, completato dalle disposizioni del decreto enti locali, approvato nei giorni scorsi: mentre si prepara l'assorbimento del Corpo, la polizia provinciale è destinata ad un probabile “spezzatino” tra Regioni e città metropolitane con “funzioni di polizia municipale”.
La Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente chiede un ripensamento per evitare di consegnare il nostro territorio e il patrimonio di biodiversità ai nemici dell'ambiente.
Roma, 7 agosto 2015 - Pubblica amministrazione, la Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente chiede al governo di non esercitare la delega che autorizza l'assorbimento del Corpo forestale dello Stato: "Sarebbe una controriforma, contro la cultura e la civiltà del Paese". La delega che consente l'assorbimento del Corpo forestale dello Stato, contenuta nella riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, non è una riforma, ma una controriforma che fa arretrare la cultura e la civiltà del Paese. Per questo la Federazione Italiana Associazione Diritti Animali e Ambiente - alla quale aderiscono una quarantina di associazioni animaliste, tra cui Enpa, Lav, Oipa, Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, Lega del Cane - chiede al governo di non esercitare la delega nel senso di un assorbimento del Corpo, definito "eventuale" dalla legge stessa, ma di una razionalizzazione e revisione organizzativa che garantisca l'innalzamento degli attuali livelli di prevenzione e repressione dei reati a danno degli animali, di presidio dell'ambiente, del territorio e del mare e della sicurezza agroalimentare con la piena salvaguardia delle professionalità, delle specializzazioni e delle funzioni esistenti.
(AGENPARL) – Roma, 07 agosto 2015 – In tempi non sospetti, quando da più parti si chiedeva al capo del Corpo di dire la verità al personale circa le insistenti voci di un passaggio nell’arma dei Carabinieri, l’Ingegner Patrone ed i suoi “prezzolati” lacchè ripetevano che non era opportuno, in quanto il capo era un uomo di Stato e non un politico, non poteva quindi commentare illazioni politiche prima che fossero legge dello Stato. Ieri invece con un comunicato stampa, lo stesso Patrone “cinguetta” contento circa una fantomatica nuova struttura #Corpo Forestale #Carabinieri, seppure non ve ne sia traccia nella legge delega approvata!!! Cos’è cambiato nella sua strategia di comunicazione, forse la paura di essere stato scoperto nel suo bluff, ossia riferire a Del Sette che i Forestali sono contenti di venire spogliati della loro divisa per indossare quella della Benemerita? Quanta differenza con un Vero Uomo di Stato e Vero Comandante dei suoi uomini qual è il Generale Del Sette!
Assodipro: NON è possibile passare dalla Tutela Sindacale a Nessuna tutela e diritti con la rappresentanza militare. DIRITTI SINDACALI per tutti; Parlamento e Governo recepiscano le SENTENZE della Corte Europea sui DIRITTI SINDACALI per i MILITARI. A quanto pare i Forestali non ci stanno, senza tenere conto della loro storia, dell’attuale inquadramento giuridico e di tutto ciò che in questi ultimi anni hanno fatto, gli agenti del Corpo Forestale dello Stato passeranno, con un colpo di mano, sotto il controllo dell’Arma dei Carabinieri. 7000 persone, più o meno, che ad oggi sono impiegati civili dello stato saranno costretti a cambiare il loro status giuridico da civile a militare, dalla tutela sindacale a quella di cobar e cocer….e forse a utilizzare il termine tutela qualcuno si sta già facendo una grassa risata. Prendere uno sparuto gruppo di uomini, inserirli in un contesto completamente diverso da quello da cui provengono è di fatto una violenza immane, senza logica e senza senso, se non quella di strane e oscure manovre di cui probabilmente mai verremo a conoscenza. Ed i Forestali a tornare ai tempi del “SIGNOR SI, SI SIGNORE” non ci stanno, chi di voi accetterebbe la “libertà” di uno status giuridico da civile a quello militare che notoriamente è per definizione maggiormente compresso rispetto agli altri?
La (eventuale) soppressione (di fatto) del Corpo forestale dello Stato stabilita con il cosiddetto “DDL Madia”, non è affatto – come molti stanno interpretando – un provvedimento finale e definitivo (e quindi operativo), ma è solo l’inizio di un percorso legislativo che deve ancora seguire altri iter entro i quali ci sono – dunque – spazi di interventi sociali e politici ancora tutti da mettere in campo. In altre parole, non è ancora affatto detta la parola definitiva. C’è ancora molto da dire. E da fare. E – dunque – non è vero che il CFS è già soppresso o “assorbito”. Oggi il Corpo forestale dello Stato è ancora a tutti gli effetti un corpo di polizia dello Stato ed opera a pieno titolo e regime. Domani pure. Tra qualche mese, vedremo… Ma vediamo di capire bene cosa sta succedendo, cosa deve ancora succedere e cosa possiamo fare per cercare di evitare questa incredibile soppressione/assorbimento che rappresenterebbe un colpo mortale per la tutela dell’ambiente, della salute pubblica e degli animali, nonché un regalo spettacolare offerto su un piatto d’argento a tutti i criminali ambientali di ogni risma e specie.
(AGI) - Roma, 7 ago. - "Dopo l'approvazione in via definitiva da parte del Senato del contestatissimo ddl Madia sulla pubblica amministrazione, nel quale e' contenuta la norma che sopprime il Corpo Forestale dello Stato facendolo confluire in altra forza di polizia, l'associazione ambientalista Fare Verde e i promotori della petizione on-line 'Salviamo la Forestale', lanciano un appello congiunto alle Regioni affinche' ricorrano alla Corte Costituzionale". Lo scrive, in una nota, Fare Verde, associazione di protezione ambientale riconosciuta dal ministero dell'Ambiente. "Il governo Renzi e' riuscito a cancellare 193 anni di gloriosa storia del Corpo Forestale dello Stato - dichiarano Fare Verde e i promotori della raccolta firme - ma non ci arrendiamo di fronte a questo scellerato provvedimento e invitiamo le Regioni a fare ricorso alla Corte Costituzionale, viste le evidenti illegittimita' costituzionali contenute nel ddl Madia. Lanciamo un appello ai presidenti delle Regioni e a tutti i consiglieri regionali affinche' si attivino per salvaguardare la professionalita' e la dignita' delle donne e degli uomini che vestono la divisa del Cfs e che, ogni giorno, lottano contro le eco-mafie, in difesa della natura e della salute pubblica. La raccolta di firme a sostegno della petizione www.change.org/forestale non si ferma e - concludono Fare Verde e i promotori della campagna #SalviamolaForestale - invitiamo i cittadini a continuare a sostenerla".
(AGENPARL) – Roma, 06 ago 2015 – Abbiamo letto il comunicato in data odierna del Capo del Corpo forestale dello Stato Cesare Patrone che si complimenta con il Governo per l’accorpamento del Corpo con l’Arma dei Carabinieri. Ne parliamo con Danilo Scipio, Segretario Generale dell’Unione Generale Lavoratori Federazione Nazionale Corpo forestale dello Stato.
Domanda. Allora, Segretario, ormai il Corpo forestale dello Stato è finito?
Danilo Scipio. Assolutamente no. E’ stato approvato il testo della legge delega che, nell’ambito della riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, prevede un “eventuale” accorpamento del Corpo forestale dello Stato in una altra forza di polizia. La permanenza nel testo finale della parola “eventuale” dimostra le difficoltà che il Governo e il Parlamento hanno nel portare avanti una operazione di questo tipo, ancor di più se tenteranno di far passare coattivamente il personale dall’ordinamento civile a quello militare. Pertanto la nostra guerra per salvare il Corpo non è finita, ma continua e sarà sempre più aspra.
I giudizi, però, rimangono negativi. Un precedente c'è: Benito Mussolini.
GEAPRESS – “Al di la delle considerazioni sulla delega alla riorganizzazione della sicurezza, sulla quale permane un giudizio fortemente negativo, è da apprezzare l’apertura del Premier Renzi sul futuro dei dipendenti del Corpo Forestale dello Stato, in caso di assorbimento da parte dell’Arma dei Carabinieri“. Lo ha dichiarato Danilo Scipio, Segretario Generale dell’Unione Generale Lavoratori Corpo Forestale dello Stato. “Durante la conferenza stampa tenuta ieri a Palazzo Chigi, alla presenza del Ministro Madia che quindi non potrà far finta di non sapere o di non aver compreso bene - chiarisce Scipio - il Presidente del Consiglio ha infatti espressamente dichiarato che il personale intenzionato a mantenere l’attuale status civile, potrà non transitare nell’Arma“. “Qualora l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato in altra forza di polizia dovesse concretizzarsi effettivamente, il danno al Paese sarebbe enorme, sia in termini ambientali che economici, come hanno evidenziato a più riprese anche magistrati, associazioni ambientaliste ed animaliste, cittadini e varie personalità – prosegue il sindacalista – ma almeno, grazie all’apertura di Renzi, i danni al personale sarebbero limitati“. “Certo è veramente singolare che l’unico precedente storico di scioglimento di un corpo di polizia civile per far confluire il personale nell’Arma dei Reali Carabinieri venne realizzato da Benito Mussolini – conclude Scipio - e fu fatto, così ritengono gli storici, solo per controllare tutta la polizia“.
(AGENPARL) – Roma, 06 ago – “Al di la delle considerazioni sulla delega alla riorganizzazione della sicurezza, sulla quale permane un giudizio fortemente negativo, è da apprezzare l’apertura del Premier Renzi sul futuro dei dipendenti del Corpo Forestale dello Stato, in caso di assorbimento da parte dell’Arma dei Carabinieri”. A dichiararlo Danilo Scipio, Segretario Generale dell’Unione Generale Lavoratori Corpo Forestale dello Stato. “Durante la conferenza stampa tenuta ieri a Palazzo Chigi, alla presenza del Ministro Madia che quindi non potrà far finta di non sapere o di non aver compreso bene – chiarisce Scipio – il Presidente del Consiglio ha infatti espressamente dichiarato che il personale intenzionato a mantenere l’attuale status civile, potrà non transitare nell’Arma”. “Qualora l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato in altra forza di polizia dovesse concretizzarsi effettivamente, il danno al Paese sarebbe enorme, sia in termini ambientali che economici, come hanno evidenziato a più riprese anche magistrati, associazioni ambientaliste ed animaliste, cittadini e varie personalità – prosegue il sindacalista – ma almeno, grazie all’apertura di Renzi, i danni al personale sarebbero limitati”. “Certo è veramente singolare che l’unico precedente storico di scioglimento di un corpo di polizia civile per far confluire il personale nell’Arma dei Reali Carabinieri venne realizzato da Benito Mussolini – conclude Scipio – e fu fatto, così ritengono gli storici, solo per controllare tutta la polizia”.
Per il Sindacato la "guerra" non è finita ed il passaggio, per ora, è eventuale. GEAPRESS – La famigerata delega. Così l’UGL del Corpo Forestale dello Stato definisce quella della riorganizzazione delle funzioni di polizia con la quale è stato deciso l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato in altra forza di polizia. Assorbimento che il Sindacato sottolinea essere “eventuale”, anche perchè, scrivono a caratteri cubitali “chi pensa che tutto sia finito, SBAGLIA DI GROSSO!“. Anzi, dal Senato (dove ieri è stato definitivamente approvato il DDL 1577-B recante “deleghe al governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche) non sarebbe uscita alcuna sorpresa, nulla che non fosse ampiamente previsto. Dunque la tensione sale. Anzi, come si legge in calce al comunicato firmato dal Segretario Generale Danilo Scipio, “noi stiamo muovendo le onde e la marea sale, sale“. “La vera sorpresa – riporta la nota dell’UGL Forestali – era invece già uscita dalla Camera dei Deputati, laddove alla previsione di un ipotetico passaggio nell’Arma dei Carabinieri non era seguita l’eliminazione della parola “eventuale”. Una maggioranza così schiacciante avrebbe avuto vita facile nel mettere una pietra tombale sul futuro del CFS; se l’assorbimento in altra forza di polizia, invece, è rimasto quale eventualità è del tutto evidente che il Governo ed il Parlamento sono consapevoli delle difficoltà di una operazione di questo tipo, tanto più se si dovesse perseverare nella sciagurata ipotesi di far passare coattivamente il personale dall’ordinamento civile a quello militare”. Dure le critiche nei confronti della dirigenza del Corpo accusata di brindare all’approvazione del DDL Madia. Distrutti 193 anni di storia del Corpo Forestale dello Stato? Neanche per idea visto che il sindacato subito tuona: “ma attenzione, perché la guerra non si ferma qui“. La parola fine, cioè, non sarebbe stata ancora pronunciata. Inoltre, sempre secondo l’UGL Forestale vi sarebbero state pressioni per non partecipare alla manifestazione di ieri, così come il sondaggio dove il personale ha sancito la sua adesione al CFS, sarebbe stato boicottato. Addirittura sorte di foto-segnalazioni dove però, sempre ad avviso del comunicato riportante la firma del Segretario Generale Danilo Scipio, “solo il più coglione dei coglioni potrebbe credere (e paventare!)“. Il passaggio, dunque, non viene dato per certo, anche perchè le DIFFICOLTA' legate alla MILITARIZZAZIONE del Corpo e quindi del contenzioso che ne deriverebbe, SAREBBERO ENORMI. In tal senso starebbero anche maturando esponenti di rilievo del Partito Democratico.
Se a qualcuno può sembrare che sia stata scritta la parola “fine” alla vicenda dello scioglimento del Corpo Forestale dello Stato, di tutt’altro avviso sono le associazioni ambientaliste nazionali che annunciano battaglia in sede legale contro la riforma del Ministro Madia. Ad aprire le “ostilità” è la Lipu (Lega italiana protezione uccelli) che fin dal primo momento ha sottolineato come la scelta di sopprimere la Forestale costituisse una seria minaccia per la difesa dell’ambiente e della biodiversità in Italia. “La scomparsa del Corpo Forestale dello Stato attraverso la frammentazione del suo organico rappresenta sicuramente un regalo agli inquinatori, ai bracconieri, ai costruttori abusivi e a chi froda sull’agroalimentare”. Questo il commento del presidente Lipu-BirdLife Italia Fulvio Mamone Capria a poche ore dall’approvazione del disegno di legge sulla modifica della Pubblica amministrazione. “A fronte di un’emergenza ambientale sempre più grave, e basti pensare alla sola Terra dei Fuochi, il Governo avrebbe dovuto impegnarsi per rafforzare il principale Corpo di polizia ambientale presente nel nostro paese – prosegue Mamone Capria – al fine di garantire un presidio territoriale costante contro le ecomafie e verso coloro che delinquono ai danni della natura”. “Invece la riforma della Pubblica amministrazione affida a un destino assai incerto non solo il personale del Corpo forestale dello Stato, ma un patrimonio di conoscenza e di professionalità con il più che prevedibile effetto dell’assenza totale di controlli sul rispetto delle leggi in materia ambientale e sulle norme a tutela della fauna e della flora. Con la conseguenza – prosegue – di danni gravissimi alla biodiversità e all’ambiente e quindi anche a danno dei cittadini. “Con le altre associazioni ambientaliste e animaliste – conclude Mamone Capria – verificheremo le modalità d’opposizione giuridica a questa norma insensata e frutto di un’approssimazione senza precedenti”.
Mentre crescono le emergenze ambientali il Governo vuole lo smembramento del Corpo Forestale. "Le ecomafie brinderanno" , ha osservato il Capo della Forestale campana che scoprì i veleni della terra dei fuochi. La legge delega approvata dalla maggioranza é incostituzionale. Chiediamo alle regioni di impugnarla presso la Corte Costituzionale. Non accetteremo di vedere distrutti quasi duecento anni di storia e gli ultimi anni di crescente contrasto e successi contro ecomafie e agromafie.
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